Inaugurata la mostra fotografica “SEMI DI SPERANZA. Voci e volti dal Myanmar” realizzata da CESVI all’interno del progetto S.A.F.E.C.R.O.P.S. finanziato da AICS

E’ stata inaugurata a Bergamo, sabato 1 aprile 2023, la mostra che ospita gli scatti realizzati dal fotografo Gianfranco Ferraro nella Dry Zone del Myanmar, area fortemente colpita dalle conseguenze del cambiamento climatico, dove AICS ha finanziato diverse iniziative a supporto della popolazione locale; il più recente è il progetto S.A.F.E.C.R.O.P.S. realizzato dalla ONG italiana CESVI in collaborazone con l’ONG locale NAG e l’Associazione Microfinanza e Sviluppo Onlus.

La mostra sarà aperta ai visitatori sino al 1 maggio 2023. Il progetto mira a sostenere la popolazione nella lotta agli effetti del cambiamento climatico nel settore agricolo attraverso la promozione di pratiche innovative per un’agricoltura sostenibile, la disseminazione di sementi adatte al luogo e redditizie e l’accesso al credito anche per i piccoli produttori delle filiere del sesamo, arachide e fagiolo.

Promuovere lo sviluppo rurale sostenibile e la resilienza delle comunità in Myanmar è strategico, in quanto il Paese è considerato dal Global Climate Risk Index 2021 il secondo al mondo per vulnerabilità a eventi climatici estremi e a calamità naturali collegate ai cambiamenti climatici, i quali acutizzano la crisi umanitaria che colpisce, ad oggi, 17.6 milioni di persone secondo le stime delle Nazioni Unite.

Al progetto è dedicato anche il sito www.semidisperanza.info , dove, oltre alle fotografie, sono raccolte le interviste ai beneficiari del progetto, che condividono la propria esperienza e le opportunità create per la propria famiglia e il proprio villaggio grazie al progetto.

 

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Myanmar, la crisi umanitaria e dei diritti umani dimenticata: l’Ue e la Comunita’ internazionale sono ora piu’ necessarie che mai

Aics Hanoi, attiva nel’assistenza umanitaria in Myanmar, e’ leita di condividere il seguente comunicato stampa rilasciato dall’Unione Europea.  

Bruxelles, 11 marzo 2024  – “L’Unione europea e la comunità internazionale devono restare al fianco del Myanmar e aumentare l’assistenza umanitaria e allo sviluppo”, ha affermato oggi la vicepresidente del Parlamento europeo Heidi Hautala, alla vigilia dell’inaugurazione della mostra d’arte a Bruxelles. La mostra, aperta al pubblico dal 20 al 24 marzo 2024, mette a fuoco le lotte del popolo birmano, e in particolare delle donne, nel contesto del deterioramento della sicurezza del paese.

Le nostre voci, i nostri bisogni”, questo il titolo della mostra, ritrae persone birmane di diverse etnie, religione,

“Le nostre voci, i nostri bisogni”, Le lotte e le sfide che le donne stanno affrontando nel mezzo del deterioramento delle condizioni di sicurezza in Myanmar sono state rappresentate nella mostra d’arte ora a Bruxelles

regioni e background in momenti di rappresentazione della loro vita quotidiana, delle loro visioni e sogni attraverso varie forme d’arte. È uno spazio aperto per l’espressione di sé. Offre ai visitatori della mostra un’opportunità sia di contemplazione che di azione. La mostra è sostenuta dall’Unione europea e dal Parlamento europeo.

Nel febbraio 2021, un colpo di stato militare ha fermato la transizione democratica del Myanmar, con effetti devastanti per il paese e la sua popolazione. Ad oggi, oltre 7.200 civili sono stati uccisi e più di 20.000 detenuti, di cui 119 nel braccio della morte. Il Paese sta sprofondando ogni giorno in una crisi umanitaria e socioeconomica più profonda, con 2,6 milioni di sfollati interni, quasi la metà della popolazione vive sotto la soglia di povertà e 18,6 milioni di persone bisognose di sostegno umanitario (rispetto al milione prima del colpo di stato). Si stima che più di 9,7 milioni di queste siano donne e ragazze. La loro vulnerabilità alla tratta, alla violenza di genere e ad altre violazioni è aumentata vertiginosamente negli ultimi tre anni. Nonostante il crescente disastro umanitario, l’ONU stima che nel 2023 solo il 29% dei bisogni umanitari e’ stato soddisfatto.

Hautala, nota difensore dei diritti umani ed ex ministro per lo sviluppo internazionale della Finlandia, che ha lavorato per decenni per dare voce ai popoli oppressi e diseredati in tutto il mondo, ha affermato: “Sarebbe facile per l’UE e la comunità internazionale ascoltare alcuni voci che chiedono che abbandoniamo la nostra presenza e il nostro lavoro in Myanmar. Ma in realtà è più importante che mai essere sul campo, ascoltare le persone e sostenerle nei loro bisogni più elementari”.

“Come in ogni situazione di conflitto, le donne sono spesso quelle che sopportano il fardello più pesante. Non vedevamo livelli di povertà come questi in Myanmar da più di 15 anni. I progressi in termini di sviluppo che hanno richiesto decenni si sono dissolti rapidamente”, ha aggiunto un esperto umanitario. “I mezzi di sussistenza delle persone sono messi a rischio più che mai e l’incertezza che caratterizza la vita quotidiana sta influenzando tutti gli aspetti di un’economia già fragile, duramente colpita dall’inflazione e dalle carenze”, ha aggiunto.

Le donne hanno svolto un ruolo fondamentale nel opporsi al regime e sono state anche veloci nell’intervenire per fornire sistemi di sostegno alle loro famiglie e comunità. Fungono da moltiplicatori di beni essenziali e di servizi sociali. Il Myanmar è una società in cui la voce delle donne è spesso messa in ombra ed emarginata.

Dopo il colpo di stato militare, le gravi violazioni dei diritti umani in Myanmar si sono moltiplicate. Le voci del popolo birmano vengono sempre più messe a tacere dalla giunta militare e le restrizioni alle libertà di espressione, media, associazione, viaggio, accesso alle informazioni e a Internet stanno soffocando le voci di coloro che si trovano in posizioni più vulnerabili. Come ha segnalato uno degli artisti che espone le proprie opere “mostrare il nostro lavoro a Bruxelles è un modo per ricordare alla comunità internazionale la crisi in gran parte dimenticata che affligge il nostro Paese e la sua gente”.

Il capo della delegazione UE in Myanmar, l’Ambasciatore Ranieri Sabatucci, ha dichiarato: “L’UE ha stanziato più di 290 milioni di euro negli ultimi tre anni per affrontare la multiforme crisi in Myanmar. Questa è stata un’ancora di salvezza vitale per le persone. Abbiamo anche sostenuto e sostenuto il mantenimento delle centinaia di migliaia di posti di lavoro dignitosi creati per le donne, soprattutto prima del colpo di stato, nonostante la crisi economica e le restrizioni imposte. Tutti i finanziamenti umanitari e per lo sviluppo dell’UE vengono convogliati tramite organizzazioni partner locali e internazionali. L’Unione europea è più determinata che mai a fare la sua parte nel sostenere i bisogni e le aspirazioni del popolo del Myanmar. Ma c’è un deficit di finanziamenti per le azioni umanitarie di oltre mezzo miliardo di dollari che richiede che altri paesi e partner intervengano con il loro sostegno. Ecco perché azioni di visibilità come questa mostra sono così importanti”.

“Le nostre voci, i nostri bisogni” – Una mostra d’arte delle voci invisibili delle donne in Myanmar e’ aperta al pubblico e visitabile dal 20 al 24 marzo 2024 al 33 Rue Simonis, 1050 Bruxelles, tutti i giorni dalle 11:00 alle 19:00. La mostra è sostenuta dall’Unione Europea

Vietnam, Bangladesh e Myanmar: il sostegno umanitario della Cooperazione Italiana

Il centro di Hanoi, dopo il passaggio del Tifone Yagi

Hanoi 24/09/2024 – Il Fondo Centrale per la Risposta all’Emergenza, CERF, uno degli strumenti più rapidi per la risposta alle emergenze umanitarie, ha stanziato 2 milioni di dollari a favore del Vietnam, colpito lo scorso settembre dal tifone Yagi, uno dei più violenti che si siano abbattuti sul sudest asiatico negli ultimi trent’anni. Il Fondo è sostenuto dalla comunità dei donatori internazionali e gestito da OCHA, l’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite.

Il contributo di 15 milioni di euro (Delibera VM n.29 del 1.12.2023) della Cooperazione Italiana al CERF si declina anche su questa emergenza che ha causato 291 morti, ferito oltre 1900 persone, distrutto strade, scuole e strutture sanitarie nella regione nordorientale della Repubblica Socialista del Vietnam. L’azione del CERF si pone a supporto della risposta umanitaria coordinata dal governo vietnamita alla popolazione.

Il CERF interviene nelle crisi umanitarie in atto, siano esse derivate da conflitti o da calamità naturali, attraverso il sostegno alle popolazioni coinvolte distribuendo interventi di assistenza salvavita di tipo alimentare, medico-sanitario e di qualsiasi altra natura necessaria per rispondere all’emergenza.

Nelle ultime settimane il Fondo aveva già stanziato aiuti per il Myanmar e il Bangladesh, anch’essi Paesi di competenza della sede AICS di Hanoi.

Hanoi dopo la devastazione del Tifone Yagi

Il sostegno al Myanmar si inserisce nella categoria crisi umanitarie sottofinanziate. Secondo l’Humanitarian Update di agosto 2024, pubblicato da OCHA, sono 18,6 milioni le persone bisognose di assistenza umanitaria in questo paese, dove continuano i violenti scontri armati tra l’esercito e i ribelli. L’impegno del CERF a favore delle crisi “dimenticate” si è rinnovato, per la seconda volta nel 2024, per un importo totale di 100 milioni di dollari, di cui 12 milioni solo per l’emergenza birmana, aggravata anche in questo caso, dalle devastanti conseguenze del passaggio del tifone Yagi, che ha seminato morte, distrutto coltivazioni e infrastrutture nel paese. Proprio per far fronte a quest’ultima emergenza, nei giorni scorsi, il CERF ha preliminarmente individuato ulteriori 4 milioni di dollari da destinare al Myanmar, come riportato nel Situation Report di OCHA del 20 settembre 2024.

Lo stanziamento per il Bangladesh, di 4 milioni di dollari, rientra nella categoria di risposta rapida per l’emergenza per le 5.8 milioni di persone colpite dalle violente piogge che si sono riversate nel paese per la quarta volta dall’inizio dell’anno. Sempre secondo quanto riportato da OCHA, le alluvioni hanno provocato ingenti danni nel settore agricolo e della pesca, a causa dell’allagamento di strade rurali, campi e bacini artificiali destinati alla piscicoltura. Le operazioni di assistenza sono iniziate negli undici distretti del Bangladesh orientale, target delle piogge torrenziali.