Myanmar
Il Myanmar è uno dei Paesi più poveri e meno sviluppati del Sud-est asiatico e lo Stato membro ASEAN con il minor Indice di Sviluppo Umano (HDI) secondo le Nazioni Unite (149° al mondo nel 2021). Decenni di dittatura militare isolazionista e la più lunga guerra civile al mondo, in corso dal 1948, hanno prodotto un Paese arretrato dal punto di vista dello sviluppo economico, civile e sociale, lacerato dal conflitto tra i gruppi etnici e dalla repressione delle organizzazioni della società civile.
La cosiddetta “tripla transizione”, avviata con la costituzione del 2008, prevedeva una graduale transizione dal governo militare a quello civile, il passaggio dall’economia centralizzata a quella di mercato, e la risoluzione del conflitto interno a favore di una pace duratura. Nonostante numerose difficoltà nel periodo dal 2008 al 2021, e in particolare dal 2015, anno delle prime vere elezioni democratiche, il governo si era impegnato su vari livelli in una serie di processi migliorativi nei vari settori della società, risultanti in una rapida crescita economica (superiore al 7% annuo) e in miglioramenti misurabili nella stabilità e nel benessere sociale: tra il 2005 e il 2017 la povertà si era quasi dimezzata, passando dal 48% al 25%.
Questo processo è stato bruscamente interrotto dalla presa di potere dell’esercito il 1 febbraio 2021; lo stravolgimento politico e le sue conseguenze stanno colpendo duramente la società in termini di sicurezza, di democrazia e tutela dei diritti umani e civili, e di economia. Il Paese sta ora attraversando la più grave crisi umanitaria della sua storia recente, che interessa più di 17 milioni di persone, il 31% della popolazione.
La strategia della cooperazione italiana in Myanmar, presente nel Paese dal 2011, si articolava soprattutto attraverso attività di capacity building istituzionale, di sostegno al peacebuilding e di sviluppo delle aree rurali e delle piccole imprese, nonché la protezione e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale. Gli eventi susseguitisi agli accadimenti del 1° febbraio hanno imposto una riflessione interna alla Comunità dei Donatori in Myanmar, riguardo alla prosecuzione delle attività di cooperazione allo sviluppo e alla rimodulazione dei flussi di Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS). Recependo le istruzioni pervenute da MAECI nel 2021, AICS ha concluso o sospeso tutte le iniziative a sostegno delle autorità centrali e locali, privilegiando le iniziative a diretto beneficio della popolazione birmana e gli interventi di assistenza umanitaria.
Il 30 giugno 2022 la Sede di Yangon, con competenza dal 2018 anche sulle attività di cooperazione in Bangladesh in ambito umanitario a supporto della popolazione Rohingya nell’area di Cox’s Bazar, è stata chiusa e il portfolio di progetti è stato trasferito alla Sede Regionale di Hanoi.
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