Bangladesh
La Repubblica Popolare del Bangladesh è nata nel 1971 dopo la “guerra di liberazione” dal Pakistan. La spartizione dell’Impero britannico nel 1947, portò alla divisione del Bengala in due distinte regioni, separate da un confine fisico, politico e religioso. Il Bengala occidentale, in gran parte indù, era sotto il dominio del governo indiano, mentre il Bengala orientale (ribattezzato poi Pakistan Orientale) aveva una maggioranza musulmana e venne annesso al Pakistan, uno stato anch’esso di recente formazione. Seppur distanti circa 1.700 chilometri, l’unione politica tra Pakistan e Pakistan Orientale non è mai stata facile.
Nel corso degli anni, la discriminazione etnica e linguistica si è progressivamente diffusa nella società civile e nelle strutture militari pakistane, in cui i bengalesi erano spesso sottorappresentati. La situazione esplose dopo le elezioni generali del 1970, quando il partito pro-Bengala “Awami League” vinse la maggioranza dei seggi nell’Assemblea Generale. Successivamente, il governo pakistano dichiarò nullo il risultato elettorale, portando il Pakistan Orientale, sostenuto dall’India, a dichiarare l’indipendenza il 26 marzo 1971. Risalgono a questi eventi le cause del conflitto tra Islamabad e Dhaka che si concluse poi con la rapida resa del Pakistan. La “Guerra di liberazione del Bangladesh” durò, infatti, solo nove mesi.
Il nuovo Paese, che prese il nome di Bangladesh, adottò la sua costituzione il 4 novembre 1972, istituendo una democrazia parlamentare secolare e multipartitica.
Poco dopo la sua creazione, il Bangladesh avrebbe affrontato l’instabilità politica insieme a grandi sfide socioeconomiche. Indebolito dalla povertà endemica e dalla carestia ricorrente, il Paese cadde nelle mani dei militari con il primo colpo di stato del 1975 e per i successivi 15 anni.
Il Bangladesh, analogamente al vicino Myanmar, è prono a calamità naturali. Situato alla confluenza di due grandi fiumi, il Gange e il Brahmaputra, il Paese è soggetto a inondazioni stagionali, frane e cicloni che lo rendono estremamente vulnerabile agli effetti dei cambiamenti climatici. Considerando poi l’altissima densità di popolazione, tali effetti lasciano rilevare un numero considerevole di persone coinvolte.
La Repubblica Popolare del Bangladesh copre un’area di 147.000 chilometri quadrati e ha una popolazione di oltre 160 milioni di persone, rendendola, di fatto, uno dei paesi più densamente popolati del mondo.
Negli ultimi due decenni, il Bangladesh ha beneficiato del miglioramento della stabilità politica, della costante crescita economica e del rafforzamento delle relazioni internazionali, in particolare con la vicina India. Anche alcuni degli indicatori sociali, quali aspettativa di vita, tasso di alfabetizzazione, produzione di cibo pro capite e infrastrutture, sono migliorati in modo significativo.
Tuttavia, con l’ultima crisi dei Rohingya nello stato del Rakhine in Myanmar, nell’agosto 2017, quando centinaia di migliaia di civili sono stati costretti a fuggire dalle loro case e ad attraversare il confine con il Bangladesh, la situazione umanitaria nel Paese si è aggravata, specialmente nell’area di Cox’s Bazar, noto per essere tra i più grandi insediamenti di rifugiati al mondo.
L’entità del flusso di popolazione che ha attraversato il confine ha messo a dura prova i servizi umanitari esistenti nel distretto di Cox’s Bazar, rendendo urgente e prioritario un intervento pianificato della comunità internazionale, proprio al fine di contenere la crisi umanitaria.
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